Fra i Quattrocento ed il Settecento la città vivacchia, e pochi sono i resti e le tracce del Rinascimento e del barocco triestino.

Il pittore ottocentesco Alberto Rieger la immaginava così nel Cinquecento:

mentre l'immagine più nota seicentesca è la stampa del Valvasor. La città è sempre all'interno delle mura, all'esterno, le saline, su cui verrà costruito il Borgo Teresiano.

Qualcosa però si vede: cresce il Castello (si pensò ad un certo punto perfino di radere la cattedrale per far posto) con gli stemmi dei capitani imperiali. La pagina del forum dedicata al Castello http://www.atrieste.eu/Forum3/viewtopic.php?f=9&t=2691

il capitano Giovanni de Hoyos (1546-1559) non mancava di mettere il suo stemma sul Castello

La cattedrale aggiunge quadri di pittori veneti e grandi lapidi del Vescovi fino al Settecento.

i quadri del veneto Sante Peranda si trovano a san Giusto

e al Rosario

Il Vescovado porta gli stemmi dei Vescovi rinascimentali (e non dimentichiamo i 3 anni di Enea Silvio Piccolomini, papa Pio II)

e la lapide che ricorda papa Piccolomini

In città , bruciato il Palazzo Comunale, ne viene costruito uno nuovo che poi diventerà il teatro san Pietro ( distrutto nei rifacimenti di metà ottocento).

Sullo stesso genere è la Palazzina Marenzi.

Unico edificio barocco vistoso è la chiesa di s. Maria Maggiore dei Gesuiti che viene trattata e documentata a questo indirizzo del forum.

Di un barocco più modesto, anche per vicissitudini successive, la chiesa del Rosario.

Sono presenti nelle chiese triestine due pale d'altare attribuiti al Guercino o scuola, una a s Maria Maggiore ed una alla chiesa di Montuzza, quest'ultima da tempo invisibile per restauro.

Interessanti opere d'arte rinascimentali al Sartorio, nella collezione dei cosiddetti “quadri istriani”, ma appunto non provenienti da Trieste ma dall'Istria veneta.

Dipinti di epoca rinascimentale non particolarmente importanti anche nelle collezioni d'arte dei Musei, ma.. nelle riserve e spesso giunti in epoca successiva.

Una menzione particolare per alcune icone di scuola veneto-cretese ( Cinque. Seicento) sia nei depositi dei musei civici che nelle collezioni delle Comunità ortodosse.