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Gli stili architettonici e Trieste

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Stile moderno

Che avrà diversi risvolti, ma sorge da innovazioni tecniche e personalità di architetti. quale delle due influenzi l'altra, è come il problema delle serrande della finestre. Certo l'innovazione maggiore fu l'uso sempre più esteso del cemento armato. Questo consentiva di svincolarsi dalle forma costruttive precedenti ( volendo!) in quanto tutto il sostegno della casa poggia sui pilastri portanti, si possono aprire ( volendo!) finestre molto più ampie, si possono costruite edifici di molti più piani. Per quest'ultima caratteristica, anche l'ascensore cambierà il modo di costruire le case e anche l'appetibilità degli appartamenti. Senza ascensore, la case, affacciate su strade ancora non inquinate, ospitavano tipologie diverse di inquilini: a piano terra, negozi e magazzini, nei primi piani, con balcone e magari finestre a sporto ( sburti) per vedere cosa c'era in strada, gli appartamenti migliori, poi sempre meno appetibili fino a raggiungere negli ultimi piani e soprattutto le soffitte appartamenti, nei palazzi padronali per la servitù, per gli altri popolino e proletariato. Lo stesso palazzo, vedeva quindi ceti diversi negli stessi edifici, era proprietà indivisa e moltissimi appartamenti erano in affitto. Una caratteristica già presente a Trieste , che si accentuerà in quel periodo, e che la distingue per ovvie ragioni dall'architettura nordica, sono i tetti poco pendenti ma spessissimo piatti a volte ricoperti d'erba come adesso hanno riscoperto con i nuovissimi “tetti verdi”. ovviamente, perchè qua di neve sui tetti se ne accumula assai poca! Già comunque gli architetti viennesi e tedeschi di anteguerra avevano iniziato i loro edifici sempre più lisci, e i loro discepoli europei ed americani li seguiranno: Gropius, Le Corbusier e Mies van der Rohe saranno i padri dell'architettura moderna. Difficile sintetizzare tutte le varianti, ma in linea di principio le regole dei nuovi architetti saranno. semplificazione delle linee, eliminazione delle decorazioni tradizionali, funzionalismo: un edificio, come un oggetto, è “bello” se adempie la funzione per cui è stato creato, valorizzazione piuttosto dei materiali , in sintesi come scriveva un architetto L'architettura è un cristallo: il cristallo è bello in sè , non ha bisogno di fronzoli, abbellimenti, è bello per la sua forma semplice e per la sua nobile materia. La libertà di costruzione consentirà di lasciare le forme tradizionali, per esempio delle chiese, se la chiesa è un luogo di riunione, non c'è obbligo di farla sempre a navata rettangolare, magari con colonne, un'abside e un campanile a punta, ed ecco che i tradizionalisti commenteranno “E' una chiesa, questa?” per gli edifici, un postulato che soprattutto le Corbusier contesterà è il tradizionale ordine: piani bassi pesanti, piani alti leggeri, come per esempio vediamo in questa tradizionalissima banca :

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i piani bassi seguono la regola del palazzo fiorentino, a bugnato rustico fortemente sporgente ( poi, a seconda della facoltosità del proprietario saranno vere pietre o cemento imitante la pietra), poi salendo avremo alternanza di bugnato liscio e zone liscie, per finire con le balaustrate michelangiolesche. Per diversi motivi, fra tradizionalismo ( se ga sempre fato cussì) ed economici contingenti, certi edifici moderni razionali a Trieste saranno costruiti appena nel dopoguerra, ma per capirci sul conectto rovesciato di leggerezza, avremo edifici come questo ( grattacielo INAIL anni Cinquanta)

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con il “vuoto” al di sotto, spesso sfruttato per posteggi automobilistici. una altro edificio che mostra le caratteristiche moderne è questo:

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in fondo, la struttura dell'edificio non è tanto diversa da quella della banca di sopra, ma sono cambiate le decorazioni: le finestre sono lisce, le colonne sono pilastri o leggere lesene verdi ed invece delle pietre del bugnato e delle balaustre abbiamo un rivestimento di marmo verde e di pietra bianca. Sono spariti gli archi e le chiavi di volta delle finestre. C'è un principio di portico, e con portici saranno molti dei nuovi edifici triestini. Rivestimento di pietra o mattoni? di solito le città usano il materiale che trovano vicino, qua ci sono pietre, ma i rivestimenti in mattoni (non so quanto siano anche costruiti così) si presenteranno come alternativa molto frequente. A differenza dell'altro edificio che aveva il fulcro nella parte centrale, qui il centro è come rinserrato dalla sporgenza della ali laterali, e la parte centrale, invece di avere un culmine o un timpano, è ribassata, per consentire di creare una terrazza con una ( immagino) stupenda vista-mare

Il vero stile moderno a livello internazionale creò edifici, di cui ho qualche immagine presa da wikipedia, che a Trieste furono imitati solo dopo molti anni questo è un edificio di Le Corbusier, Stoccarda, 1927 ( da weissenhof_corbusier_03.jpg

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per trovare edifici come questo a Trieste dovremo aspettare gli anni Cinquanta, direi che forse il Petrarca, nuova sede di via Rossetti, lo può richiamare ( non ho sottomano foto del Petrarca..) ma il movimento moderno in Italia iniziò abbastanza presto, questo è un classico:

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questa è dell'architetto Terragni ed è… una Casa del fascio!!! :-D :-D :-D

( stile fascista?)ovviamente, dal punto di vista dell'utilizzo, dovremmo chiaramente chiamarla architettura fascista, ma lo stile è spoglio, lontano dall'enfasi roman-imperiale della propaganda dittatoriale.

Un altro edificio classico della modernità, il Museo Guggenheim

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il Mercato coperto

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Ma soprattutto nel primo dopoguerra i primi edifici triestini furono alla ricerca di uno stile. In qualche caso, vi fu una continuità con l'architettura eclettica precedente, soprattutto quella ispirantesi al Rinascimento-manierismo italiano ( vedere Piazza Oberdan), altri edifici erano alla ricerca di uno stile nuovo. Possiamo poi distinguere i grandi edifici più o meno pubblici e collegati alle modifiche viarie, dall'edilizia privata residenziale nei nuovi quartieri residenziali. Un edificio di uno stile che non ebbe seguito fu il cosiddetto “grattacielo” Aedes, per cui ci sfotte la Morris nel suo libro su Trieste alla base del Canale, che vorrebbe essere nello stile “americano” ( di allora) e che quanto meno inizia la moda degli edifici in mattoni, più o meno rossi, che fino ad allora era assai raro vedere in città.

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Il grattacielo conserva ancora un po' di decorazioni, geometriche, che fanno da ponte fra il Secession e l'art déco. Altri edifici si adattarono al moderno semplicemente facendo sparire la quantità di ornamenti, colonne, lesene, capitelli, cornici in stucco e semplificando le facciate

in fondo, la struttura di questi due edifici a me non sembra molto diversa: la casa Dreher, ora Borsa: e l'ampliamento degli edifici comunali, piazza Piccola

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solo che nel secondo sono sparite molte delle decorazioni, sono rimaste per esempio la balaustre in alto..

le grandi modifiche urbanistiche avvennero in alcuni quartieri che vennero rifatti ex novo: il primo, e il meno omogeneo, fu il quartiere di piazza Oberdan, sorto sul sito della distrutta caserma: la pianificazione era originale, una piazza a forma di esedra con edifici nuovi a semicerchio, in mezzo un a via diritta ( viale Regina Margherita, ora Giustiniano) che, inquadrata da edifici a portici, portasse al nuovo Tribunale; a fianco, unìaltra piazza ( largo piave) a esedra anch'essa, con edifici residenziali. In mezzo, il posto per il memoriale di Oberdan, con la cella della vecchia caserma. Solo che.. la piazza, costruita in tempi diversi, si trovò ad essere “un zocolo e un stival”, a mio modesto parere: per cominciare, di fronte aggiunsero il palazzo ora vuoto che nascondeva il Narodni Dom e faceva pendant a palazzo Vianelloforse il solo elemento più moderno sono le alte aperture rettangolari alla base, simili a quelle del Narodni Dom. ed è un filino più sobrio nella decorazione, non ci sono più tracce di Art Nouveau come nelle sculture di Mayer del palazzo di fronte

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E dall'altra parte, anche il primo palazzo dell'INA, è ancora rinascimental- manierista

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di nuovo per Trieste forse c'è l'introduzione dei portici, che troveremo in tanti edifici dell'epoca continuando, anche il palazzo TELVE ( quello verde più a destra) non si discosta dal genere

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Il palazzo bianco in mezzo, invece, pur mantenendo la struttura con l'ultimo piano arretrato, è di linee moderne. Nasce per creare un edificio per l'Opera nazionale Balilla, che non ci arrivò mai , ospitò i Teatro Nuovo e venne terminato appena negli anni settanta coi portici lungo via Giustiniano. Ma.. guardiamo un cartolina d'epoca.. quando ha cambiato colore????? :shock: :shock: :shock:

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una cartolina Maestri cattolici ( anni 70) in bianconero sembra mostrarlo già bianco

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Ultimo edificio, il più originale, che chiude la piazza, è il palazzo RAS progettato da Umberto Nordio: anche qui in vecchia cartolina bianconera

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perchè il palazzo è attualmente impacchettato orribilmente per dei lavori inizati dalla Alikè che nel frattempo è fallita ( e ben ghe sta! aggiungo io, perchè il progetto stravolgeva il palazzo, si parlava di pannelli scuri per eliminare il riverbero della pietra bianca, e alle osservazioni che si trattava di un edificio vincolato di un noto architetto, la risposta fu Noi questo architetto Nordio , locale, non lo abbiamo mai sentito nominare, abbiamo acquistato i il palazzo e ne facciamo quel che vogliamo :evil: ) nella foto, il palazzo Vianello, con cui inizia questo.. girotondo.. Secondo me. pur conservando la forma generale, il palazzo risulta il più lineare e il più armonioso. Sempre nei primi tempi, il medesimo Nordio cercò di inventare un edificio per il memoriale di Oberdan, e immaginò una specie versione moderna di palazzo comunale trecentesco, con una torre tipo torre civica, di nuovo ricorrendo al rivestimento in mattoni l'idea poteva essere originale, ma alla fine si è trovato inserito in una serie di altri edifici alquanto diversi.. :?

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le torri littorie? Sono presenti con architettura simile in alcune città italiane, la più famosa credo sia quella di Torino.

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c'è effettivamente qualcosa di simile, anche se le dimensioni della torre littoria di Torino ( detta anche Pugno nell'occhio o Il dito di Mussolini..) ha una dimensione da grattacielo che mi fa pensare di più al Grattacielo di Largo Riborgo ( all'epoca Piazza Malta).

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Io mi riferivo al testo sull'architettura a Trieste 1918-1954 che scrive “ la torre campanaria, sul modello degli antichi broletti medievali…” l'edificio nasce col nome di Casa del Combattente. le Torri Littorie ( ce n'è anche una a Milano) nascono invece con tale nome, che la nostra non ha mai preso. La torre di Torino sembrerebbe una torretta da palazzo comunale.. messa in cima a un grattacielo!

per i portici bianchi, soprattutto quelli con arco a tutto sesto, vorrei riportare un quadro di De Chirico: De Chirico ( che era di origini greche) dipinse all'epoca diversi quadri di stile fra il neoclassico e il metafisico, rappresentando piazze di fantasia , ve ne mostro una presa da un sito su De Chirico, e ridotta proprio per averne un'immagine a bassa risoluzione, titolo Piazza d'Italia e anno 1913, cioè ancora prima della guerra, una simile si trova anche a Trieste nella collezione Stock comprata all'asta per i musei civici

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l'edificio-tempietto sullo sfondo ricorda certe immagini rinascimentali, ma i portici laterali possono ben aver ispirato gli architetti dell'epoca fra le due guerre: il più famoso e più notevole è a Roma, per il quartiere dell'EUR, creato dal regime fascista , ed è il Palazzo della Civiltà del Lavoro, detto anche dai romani “Colosseo quadrato”

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a Trieste, sempre per lo stile neoclassico novecentesco, che se vi piace possiamo pure chiamare littorio, abbiamo la facciata della Stazione Marittima, decorata con due bassorilievi di Asco ( Atschko se volete mostrare che sapete la versione del suo nome prima del cambiamento)

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qua gli archi a tutto sesto non ci sono più… abbastanza simile è la Casa ( fascista- poi cancellato 8) ) del lavoratore portuale

devo dire che quando penso allo “stile fascista” , mi vengono in mente certi edifici che riprendono in più pesante l'eclettismo di fine secolo ( Altare della Patria!) come la Stazione di Milano,edificio nemmeno sfiorato dalla modernità, che fece pulizia di tutte le decorazioni, qui sparse a piene mani.. vicini a questo stile pesante sono alcuni edifici privati, come questa casa in via Mazzini:

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( 1930- con le colonne e l'aquila alludenti alla Romanità trionfante), però in confronto, sono ancora lisci..

però anche la Stazione di Milano non è opera assai originale, in quanto ispirata da una stazione americana a Washington del 1908

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tanto è vero che , nonostante l'inequivocabile periodo di costruzione, qualcuno la descrive così: wiki: La stazione non ha uno stile architettonico definito, ma è una miscela di diversi stili, in particolare Liberty e Art Deco, ma non solo.Talvolta il suo stile viene definito Assiro-Milanese. ( personalmente io di Liberty, almeno in quella facciata, non ci vedo nulla… magari all'interno..)

confrontare, dei due edifici d'angolo: con le decorazioni e più spoglio

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ma se nell'edificio invece guardiamo sotto il portico, ci troviamo questa inequivocabile decorazione :-D :-D :-D che lo data perfettamente ing Privileggi: 1937-1940 dovrebbe essere interessante il salone interno..

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ancora per le piazze di De Chirico, ecco l'immagine , piccola, ben degradata, dell'opera presente a Trieste nella collezione Stock,

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ed ecco i portici dell'edificio di Piazza Oberdan che ospitava la Regione, e immagino che contenga ancora edifici regionali: ma la conclusione dei portici è degli anni '70..

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Quello che mi sembra comunque certo, è che dall'inizio dell'accettazione dell'architettura moderna, variante per variante, spariscono progressivamente e almeno finora non sono ricomparse tutte le ornamentazioni degli edifici: non vedremo più timpani triangolari sulle finestre, colonne o semicolonne con adornati capitelli, facce femminili o leoni ruggenti, cariatidi sparse … per la generale accettazione del principio che la bellezza ste nelle forme, nell'armonia, nella qualità dei materiali, oppure nell'adattamento delle forme all'utilità dell'edificio. Il postmoderno accetterà maggiori varietà, ma le ornamentazioni rimarranno modeste, negli edifici pubblici i di particolari enti qualche logo, nell'edilizia privata quasi nulla: a nessuno interessava la casa con la statua sul balcone, anche perchè ormai tale decorazione non era quasi mai opera di scultori singoli, ma lavoro industriale spesso fatto in serie e in materiale non pregiato ( pietra ricostituita) Eccezione : il leone di Carà sulla facciata della casa RAS ( quello che ora è smontato a pezzi in un cortile..). Prima di passare all'edilizia privata, vanno considerate quelle che sono le più discusse realizzazioni durante il ventennio, cioè l'area fra piazza della Borsa e il teatro romano, soprattutto perchè conosciute come “sventramenti” di una parte della città ancora antica , ancorchè molto degradata. Potremmo però distinguere il lato architettonico dal lato urbanistico… le nuove amministrazioni italiane ( e se non erro ci fu una continuità iniziale nell'amministrazione comunale, attraverso il podestà Valerio) e il regime fascista successivo vollero creare una nuova viabilità: piazza della Caserma vide gli edifici anzidetti e poi vedremo la parte residenziale vicina al tribunale, ma là era una ex caserma, che in città non aveva molto senso, e quindi si trattava di creare dal nuovo. Fu creato il lungo asse di scorrimento tuttora funzionante dalla stazione, attraverso via Ghega, via Carducci, Barriera ( con allargamenti e demolizioni, viale D'Annunzio (Sonnino, dicevano i miei vecchi), Piazza Foraggi ( allora dedicata ai Caduti fascisti) e la galleria di Montebello, e poi avevano previsto un secondo asse che sempre dalla zona Stazione , per via Roma ( ovviamente ribattezzata tale ) passasse davanti al riscavato Teatro Romano e continuasse poi, allargata, attraverso cavano.. non so fin dove: una specie di via dei fori imperiali in versione triestina, per fortuna si fermarono prima di Cavana. Che una buona parte di Cittavecchia fosse assai degradata e non igienica, è sicuro, e già le ultime amministrazioni ottocentesche avevano iniziato progetti di piani di risanamento, ma certamente allora l'idea di un recupero filologico era del tutto estraneo alla mentalità. Sono andate perse casupole, ma anche edifici più interessanti, la vecchia Sinagoga ( magari sostituita dalla grande nuova di Berlam) la piccola Cappella Corti… molti frammenti dei quali sono visibili all'Orto lapidario. Si salvò fortunosamente Casa Bartoli di Fabiani.. il tutto per creare un distretto abitativo- amministrativo, con in primo luogo, vistosissimo, il palazzo delel Generali con la Galleria Protti, il palazzo del Banco di Napoli, il grattacielo di Largo Riborgo , gli edifici amministrativi dietro il comune ( quello di Largo Granatieri, per capirci, fotografato prima) e sopratutto quello che doveva essere nelle loro intenzioni il culmine, la Casa del Fascio. Che come tale poco durò, visto che fu terminata del 1942 8) Ospitò successivamente il quartier Generale del Governo Militare Alleato ed infine la Questura. Per il primo palazzo (1935-1939. costituito in realtà di due palazzi) venne chiamato l'allora famoso architetto Marcello Piacentini, che usò uno stile detto neoclassico semplificato, una via di mezzo fra il neoclassico ed il moderno razionale con uso quasi totale della pietra bianca, la stessa (?) del castello di Miramare e della Torre del Lloyd .., anche se in origine alcune parti erano previste in materiale diverso, litoceramica.

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La galleria, di cui vediamo un ingresso è decorata con affreschi murali di Carlo Sbisà, ricoperti da vetri per cui difficilissimi da fotografare, all'interno è squadrata e non mancano, nei contrasti fra bianco e cornice di marmo nero, richiami all'art déco

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il prospetto verso il Corso e l'angolo con Largo Riborgo

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e l'edificio del banco di Napoli, che gli fa eco, ma fa ricorso a marmi grigi ed aggiunge un porticato dal lato del Corso.

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l'uscita della galleria, il palazzo del Bancodi Napoli ed il “grattacielo di Largo Riborgo- Nordio, 1935 -37 ( Casa Opiglia-Cernitz)

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Vi sembrano ingombranti e maledite le “opere del regime”? :-D :-D :-D negli anni Cinquanta poco più in là crearono questi 8) 8) 8) Palazzo INAIL e Palazzo degli Anagrafi

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Un'occhiata ad uno degli edifici più discussi, l'attuale Questura, nata come Casa del fascio ( per poco..) e sede dell'amministrazione del governo Militare Alleato. Notare al suo interno la presenza di un Auditorium, che per alcuni anni, anche ristrutturato, ospitò pure la stagione di prosa prima del restauro del rossetti e che da allora è abbandonato, perchè nel rifarlo.. non erano in accordo con le successive norme antincendio ( nessuno ha mai pensato di rimetterlo in funzione..) Diversi progetti furono presentati, fra cui uno di Umberto Nordio, che non fu prescelto: L'edificio doveva avere una forma leggermente curvilinea per adattarsi alla strada, essere una specie di risposta al riscavato teatro romano, e dare il tono a quella che si prospettava come un'arteria della nuova viabilità cittadina. l'edificio rivestito in pietra bianca forse risente già del clima di preguerra o per l meno di senso di assedio , visto che ha un po' l'aspetto di un forte ( o castello) con 4 sporgenze agli angoli tipo torre.

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stile? razionale.. non c'è un bassorilievo, una decorazione.. liscio, squadrato, bianco accecante..

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Altro edificio amministrativo dell'epoca, l'Idroscalo. Per i tempi in cui c'erano collegamenti frequenti anche con idrovolanti..la posizione è stata scelta per averne l'imboccatura al riparo dalla bora Il lato mare:

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avrebbe l'aria di un qualsiasi edificio razionale anni 50, se non ne tradissero l'epoca, a mio modesto parere, le sue statue agli estremi angoli, che hanno del gigantismo e del “muscoloso” dell'epoca ( Franco Asco )

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a fianco, la casa fascista del lavoratore portuale , per ironia della sorte, ospita il teatro Miela Reina, ed è diventato uno dei santuari della cultura di sinistra Stile, razionale, ma meno squadrato dell'idroscalo, ancora con la balaustra in alto…

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Una nota tecnica, che non conoscevo e che ho letto sulle pubblicazioni dedicate al riguardo, è che per l'uso del cemento armato ci furono dei rallentamenti dovuti dapprima alle restrizioni dell'autarchia che riducevano i materiali utilizzabili, e poi a una disposizione del GMA che imponeva l'uso di materiali del luogo, Non conosco bene il testo della norma, ma sembra spiegare l'adozione di forme moderne solo molto più tardi.

Prima di passare all'edilizia privata, ricordo un edificio assia poco noto e che per la sua forma spoglia e moderna non si accorda per nulla al vistoso “neoclassico semplificato” dei trionfali edifici del centro città, tanto che ad una prima vista , nulla lo farebbe datare al 1934-1935: è una scuola materna-elementare in via Veronese, di fronte al grandioso edificio del da Vinci: nasce come scuola materna Maria Cristina di Savoia, che sarebbe la seconda figlia del duca d'Aosta che viveva a Miramare, nata appunto in quegli anni a Trieste ( per gli appassionati di araldica, ha sposate un principe di Borbone Sicilia) Curiosamente, non dedicato alla più nota Maria Cristina di Savoia, in odor di santità, che fu la prima moglie di Ferdinando II delle Due Sicilie (Re Bomba) e madre dell'ultimo re Francesco II Franceschiello Bene, dopo la digressione storico-dedicatoria, l'edificio è opera del solito Umberto Nordio (e scusate le immagini non eccezionali, sono passata in una giornata di poco traffico ma in ora di controluce)

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anche qua, facciata curvilinea sia per la moda di allora, sia per adattarsi alla via, sia per adattarsi alla bora

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La targa alquanto sbiadita sulla facciata dell'edificio ci ricorda che la nemesi storica ha colpito ancora e la dedica è passata ad uno dei più illustri martiri del fascismo, Giacomo Matteotti

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per il riconoscimento degli stili, devo dire che ci sia una certa divergenza diffusa nelle opinioni. Leggevo la guida di Trieste di Laura Ruaro, indiscussa autorità artistica, che nelle prime pagine del suo libro fa pure una succinta storia dell'architettura triestina, peccato che il XX secolo lo riassume in poche righe.. bene lei questa casa di via Trento la definisce “arieggia un estremo liberty” forse per i balconi, ma per me… è un edificio che dichiara esplicitamente il suo fascismo: chissà chi erano i committenti

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poco oltre, di fronte, il palazzo che ospita la Banca d'Italia, di un neorinascimento dal pesantissimo bugnato rustico, come lo classifichiamo? eclettico? iniziato come Banca Austro-Ungarica e concluso nel 1922 come banca d'Italia, Berlam e altri? stile “austriaco” o stile “italiano”? :-D questo è uno dei motivi, come per il tribunale, per cui evito di far troppi riferimenti nazionali: per il Tribunale, poi, finito nel ventennio, ma..

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questa l'ho fotografata a Vienna! e ci ho trovato un'aria familiare.. d'altronde banche ed edifici pubblici erano tutti molto simili, questa è la banca d'Italia a Roma :-D ( foto Wikipedia)

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tornando alla Banca d'Italia, non è più architettura, ma scultura, ma vista la posizione ( credo che lo abbia già fotografato Sum) mi sa che sia proprio degli anni trenta, se qualcuno ne sa l'autore

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L'immagine immagino si rifaccia al solito Mercurio, presente nei palazzi triestini, simbolo di commercio, ricchezza e anche.. dio dei ladri! ( chissà perchè lo mettono su una banca :wink: ), ma la schematizzazione, l'aspetto stilizzato fa pensare agli anni Venti, Trenta; o era già nell'aria prima della guerra?

Aggiungo una nota: dopo gli anni venti, lasciato perdere lo stucco e la falsapietra, alle pietre e marmi nostrani o classici si aggiunge molto spesso il rivestimento in travertino da wiki inglese; Travertine is one of the most frequently used stones in modern architecture, and is commonly seen as façade material, wall cladding, and flooring.

qualche confronto europeo, dalle mie vacanze estive: edificio eclettico del 1908 a Losanna , nasce come Banca cantonale, ora ospita un ufficio postale. Solo i tetti curvi con le mansarde ci ricordano l'influenza francese

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sempre a Losanna, ancora 1908 un ponte, pont Bessières: agli estremi, 4 obelischi

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se non avessimo discusso l'arte del novecento, non ci avrei badato, ma… altro che art déco o liberty: qua nel 1908 facevano decorazioni squadrate e addirittura un fascio orizzontale: fosse in Italia, un bello “stile fascista” non glielo avrebbe tolto nessuno, no? :wink: :-D :-D :-D

ricordiamo la Stazione marittima:

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e vediamo la Gare de Cornavin a Ginevra:

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Le proporzioni sono un po' diverse, perchè una stazione ferroviaria tende a svilupparsi maggiormente in lunghezza

da wikipedia francese, trovo che è stata ricostruita nel 1929-1931. Siamo là…. in fondo , Trieste era più vicina al modello svizzero che alla coeva Stazione Centrale di Milano Il particolare della decorazione scultorea, scultore Jacques Probst:

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L'architettura civile degli anni trenta a Trieste vede molti edifici nuovi, a volte sparsi per la città, ma soprattutto concentrati nei nuovi rioni, per un'edilizia di tipo borghese. La case prendono un aspetto razionalistico, lineare, perdono le decorazioni classiche ( colonne, capitelli, sovrafinestre) e presentano spesso grandi balconi, non più a balaustre, ma col parapetto chiuso. Le linee di tali balconi sono spesso arrotondate. le finestre quadrate cercano di dare la massima luminosità agli interni, e non hanno persiane ma quasi sempre rolè. Un esempio di architettura simile le troviamo a Berlino, ecco una casa che non è lontana da quelle triestine

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Ma la caratteristica di questi edifici è di trovarsi molto spesso in gruppi più o meno omogenei, dalla zona del nuovo Tribunale (al posto della vecchia caserma), alla nuova zona residenziale di Campo Marzio e la nuova piazza Carlo Alberto. questa è una delle case di via Murat

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Casa Zelco Lucatelli, architetto Nordio 1934 o queste case, della stessa epoca,verso Piazza Carlo Alberto.

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Edifici che spesso all'interno negli atri presentano decorazioni pittoriche anche di autori noti, come in via Murat alcuni affreschi di Sbisà o nel palazzo Ras di Achille Funi e mosaici di Felicita Frai

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via Murat

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casa Ghira, 1931-33, Largo Piave

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nella zona c'è un'organizzazione urbanistica che sostituisce alle linee rette delle strade del borgo teresiano,c ostruite sulle saline, una disposizione radiale, a esedra ( un po' anche come l'Etoile dell'arco di trionfo napoleonico a Parigi- nel nostro piccolo..) a largo Piave, da piazza Oberdan si arriva lungo via Beccaria, ed ecco le case di via Beccaria

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le case di via Cicerone conservano ancora dei ricordi Secession, con decorazioni a linee verticali

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e arriviamo a Foro Ulpiano, piazza- non piazza, con le case progettate da Nicolò Drioli, leggermente concave, molto simili fra loro: il complesso risulta omogeneo.

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sempre foro Ulpiano, dall'altra parte ( questa è stata ridipinta)

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per i serramenti, ecco un portone, preso a caso, dalle parti di via Foscolo:

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le decorazioni metalliche presentano alcune curvature, ma sono simili alla cosiddetta a Art Déco dell'epoca http://it.wikipedia.org/wiki/Art_d%C3%A9co

Rimango ancora sulla zona, per l'omogeneità ottenuta in questo quartiere, a differenza della piazza Oberdan, in cui gli edifici di rappresentanza non riuscivano a staccarsi dall'aulico finto cinquecentesco. La leggera curvatura delle case di Foro Ulpiano

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la prospettiva dal tribunale verso via Giustiniano:

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dapprima due case di abitazioni civili che lasciano uno spazio aperto più ampio, ahimè a mio parere deturpato dal garage sotterraneo, poi la stretta con i doppi portici del Dante e della parte nuova dell'edificio della Regione ( dove ci fu negli anni 50 il Teatro Nuovo)

l'angolo fra Foro Ulpiano e Via Coroneo, ancora una fila di case dell'epoca

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Anche Largo Piave presenta una forma di piazza a esedra semicircolare, cui si adeguano in parte gli edifici, un po' come nella città vecchia in Piazza della Valle

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più verticali, con sporgenze, e più simili alle case di via Cicerone, queste in via Coroneo

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Per finire con lo stile anni Trenta, resta un edificio che a mio modesto parere fa un po' da ponte fra l'architettura razionale classicheggiante littoria e lo stile razionale degli anni 50, ed è l'Università nuova. Da una parte è sulla collina, come una cittadella del sapere, ed echeggia, come scrivevo in altro post, l'altare di Pergamo (ora nel museo di Berlino) per altri vuol riecheggiare il propileo romano di san Giusto… un dettaglio di una foto aerea di una cartolina

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certo, lo stile è ancora quello e in fondo non è tanto dissimile da un porticato dell'Università romana ( foto ricavata da Wikipedia)

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n più, sappiamo tutti che i due bassorilievi ai due lati aggettanti sono di pieno stile littorio ed uno dei personaggi di quello a destra, a cavallo, è considerato un ritratto di Mussolini , non per niente negli anni '70 gli avevano dipinto di rosso la testa ( e così si notava ancor più), però.. guardiamola di fianco

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adesso guardiamo per esempio l'ospedale di san Luigi in via Farneto:

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non c'è più la pietra bianca , ma l'edificio a forma di parallelepipedo squadrato, con finestre e aperture rettangolari non è poi tanto dissimile! guardiamo poi il palazzo degli Anagrafi di fronte a s Maria Maggiore, che ricordo che al tempo della sua costruzione trovò parecchie critiche per il suo incombere su Palazzo Costanzi adiacente:

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Lo stile razionale dell'epoca elimina tutte le decorazioni per privilegiare le semplici linee diritte, al ripetizione e grazie al cemento armati le grandi finestre vetrate, come nel palazzo della RAI in via Fabio severo:

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prima di addentrarci negli anni Cinquanta e successivi, ancora qualche immagine degli edifici di abitazioni civili anni trenta, zona Coroneo-Fabio Severo: un'altra immagine ( l'altra è in Case d'angolo) della casa Fanna Widmer di Pagano Pogatschnig

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con la curiosa scelta dei balconi sul lato “sbieco”

Immagini di un atrio interno, di un condominio in via Coroneo, che mostrano bene lo stile Anni Trenta, tipo Art déco: Portone ampio e quasi quadrato, diviso a rettangoli e con inferriate di andamento mistilineo

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i battenti sono di legno rossiccio profilato in nero, e gli stipiti in pietra locale grigia lucidata. In genere, l'arte anni trenta molto spesso sceglieva per gli accessori linee semplici, leggermente ricurve, che mettevano in evidenza la qualità dei materiali.



Nota

Il testo è la trascrizione e rimpaginazione di un lungo topic del forum dedicato agli stili architettonici e il loro riconoscimento nei monumenti triestini.

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monumenti/stilitrieste_moderno.txt · Ultima modifica: 09-03-2024 07:43 da 127.0.0.1

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