La storia
I nobili triestini nel Seicento usavano associarsi in congregazioni religiose, e nel 1613 crearono una dedicata al Rosario, devozione mariana rilanciata in occasione della battaglia di Lepanto 7 ottobre 1571. Nella Piazza vecchia, allora centro cittadino, costruirono una cappella fra il 1631 e il 1651. la consacrazione avvenne il 13 agosto 1651 ad opera del vescovo Antonio Marenzi.
La chiesa, di stile barocco, con tre altari marmorei, rimase aperta al culto fino al 1784, quando fu chiusa in conseguenza delle leggi ecclesiastiche di Giuseppe II. Venne allora venduta alla comunità luterana augustana, che la dedicò alla Trinità e la modificò: eliminando le tombe e le lapidi precedenti ed aggiungendo alcuni cenotafi neoclassici che sono poi stati trasportati nella chiesa gotica di Largo Panfili.
Eliminati anche gli altari laterali, dedicati in origine a s Antonio di Padova e alle Anime del Purgatorio e poi a s Francesco di Paola , rimase invece l'antico altare seicentesco dedicato alla Madonna del Rosario, opera veneziana del 1684 consacrato nel 1689 dal vescovo Gorizzutti. La pala centrale andò dispersa ed è sostituita da una copia di una pala seicentesca ma eseguita da un Onghia nel 1932.
Nel 1869 alla demolizione della chiesetta di S Pietro in piazza Grande il Comune la riacquistò dagli Augustani ( trasferitisi nella chiesa neogotica) la restituì la culto cattolico nel 1871 con vescovo Bartolomeo Legat e la costituì cappella civica ( venne eretta a parrocchia molto più tardi) Dalla chiesa di s Pietro venne portata una pala cinquecentesca di Sante Peranda il miracolo della dracma e gli scanni del Consiglio minore
L'esterno
L'interno
( don Antonio stava dicendo Messa)
La cantoria, l'attuale organo proviene da san Cipriano ed è in chiesa dal 1958 , è veneziano settecentesco, con sugli sportelli san Gregorio Magno e san Giovanni evangelista
con le nuove modifiche
L'altare laterale, dedicato ai Caduti e dispersi di tutte le guerre, ha la mensa che proviene dalla demolita (1939) cappella Conti
La lunetta rappresenta la partenza del soldato e il Compianto sul soldato morto
Tabernacolo e candelieri di bronzo di Sbisà e la pala a bassorilievo di Carà
Attualmente sono esposte pure 4 pale d'altare con gli Evangelisti provenienti da S Giusto ma forse prima in S Pietro. San Giovanni e san Matteo sono opera del pittore veneto Antonio Zona (1814-1892) per la chiesa di san Pietro; i san Luca e san Marco sono di Bartolomeo Giannelli ( 1824-1894) capodistriano e provengono da san Giusto
Candelieri e luci pensili d'argento probabilmente dalla demolita chiesa di san Pietro. le due lampade che stavano ai lati dell'altare nell'agosto sono spesso sostituite da due moderne.
La pala del 1830 di Sante Peranda (1566-1638) proviene dalla demolita chiesa di san Pietro
nella chiesa da anni il sabato si celebra la Messa latina col rito preconciliare e col nuovo parroco sono stae ripristinate vecchie tradizioni, statue, paliotti, processioni..
Il pulpito moderno è un omaggio della Tripcovich
la Via Crucis ha l'aria moderna
s Alfonso de Liguori in preghiera dipinto devozionale ottocentesco
La chiesa ospitò per anni la venerata immagine della Madonna del porto
di cui un nostro forumista ha trovato una foto dell'originale, conservato nei depositi dei Musei civici
Nel forum la chiesa è trattata alla pagina https://www.atrieste.eu/Forum3/viewtopic.php?f=9&t=271